Il comune

Il paese si trova a circa 600 m s.l.m., all'interno della caldera dell'antico omonimo vulcano, sulle pendici orientali del monte Santa Croce, che costituisce uno dei  due duomi endogeni dell’edificio vulcanico. La zona è coperta da castagneti secolari che conferiscono al paesaggio un aspetto peculiare.

L’intera area del comune rientra nel Parco Regionale di “Roccamonfina Foce del Garigliano”.

Nel territorio della conca vulcanica esistono tracce di insediamenti ausoni e oschi, con resti di mura in opera poligonale, attribuite al IV-III secolo a.C., sul monte La Frascara ("Orto della Regina") e sul monte Santa Croce, forse riferibili a semplici postazioni militari di difesa.

I ritrovamenti di iscrizioni e monete sembrano indicare la presenza di un insediamento già nel III secolo a.C., ma l'attuale abitato è attestato solo a partire dal X secolo. Il nome (Roccae Monfinum che prende il nome secondo una nota leggenda, che la appella “rocca della mia Fina”) deriva dall'originario toponimo del monte Santa Croce, che in documenti intorno all'anno 1000 viene chiamato "Monte Fino". Fu possesso feudale dei Marzano e dei principi di Stigliano. Tra il Trecento e il Quattrocento assunse importanza con l'istituzione di un mercato settimanale (dal 1352) e di una fiera annuale.

Nel 1618 il feudo entrò in possesso della nipote di papa Clemente VIII, Elena Aldobrandini; nel 1656 un'epidemia di peste uccise gran parte della popolazione.  Sotto il dominio borbonico divenne "Terra regia", in diretto possesso del sovrano.

Nel Santuario francescano, fondato nel 1430 da San Bernardino, che  sorge sul Monte Lattani, altro duomo endogeno del vulcano, viene venerata l’effige della Vergine con il Figlio: una scultura, ricavata da un unico blocco di tefrite, con fattezze forse non raffinate, ma di ineffabile dolcezza.

Roccamonfina ha dato i natali a Nicola Amore (1828-1894), emerito Sindaco di Napoli.

 

piazza

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